La relazione: un errore che merita di essere difeso

Che cosa è una relazione? Un rapporto tra due persone. Se ammettiamo che i termini di questa relazione sono delle singolarità, come, senza alcun dubbio lo sono un uomo e una donna, vediamo che questa relazione non può che essere «antisimmetrica», dice Alain Badiou, e – aggiungo io – quindi «instabile». Certo questo essere in relazione implica dei punti di contatto, non tali però da essere la toppa nella chiave l’uno per l’altra. Ecco che cosa siamo quando siamo in due a condividere un destino. Ma quale? Minuchin, uno psichiatra argentino esperto in terapia di coppia, ha affermato che «ogni matrimonio è un errore. Ciò che conta è come lo si affronta». Provare a vivere in un errore è quindi il destino di chi osa la vita di coppia? E se davvero ogni relazione – il matrimonio è già un istituto del passato – è un errore, ne vale la pena?

Direi che è un errore che abbiamo quasi tutti bisogno di fare perché nessuno si salva da solo. Cumuli di ricerche scientifiche dagli anni ‘70 in avanti hanno confermato il valore dell’interdipendenza. Studi psicologici hanno evidenziato come le persone che possono contare su una relazione fissa tendano a vivere più a lungo, siano più felici e abbiano maggiore successo di chi, invece, vive da solo. Ricerche in campo medico hanno evidenziato che quando un paziente può contare su un legame con altre persone e non è solo presenta un recupero più veloce a seguito di ictus o infarti e risponde meglio alla chemioterapia. I sociologi ci spiegano che chi dispone di un sostanzioso capitale sociale, ovvero di relazioni con persone su cui poter contare, ha un più elevato grado di soddisfazione di vita rispetto a chi, invece, lo ha ridotto.

L’interdipendenza dunque ci vivifica anche se è un errore! Siamo quindi tesi o condannati a «instabilmente dipendere», ma tenere la rotta della relazione è oggi molto difficile perché il suo scafo è logoro poiché impregnato di individualismo. La relazione quindi è un errore che merita di essere difeso.

CR