Qualcosa sull’incisività terapeutica dell’aforisma

Qualche tempo fa sono stato consultato da un professionista della salute che stava per iniziare una nuova esperienza, che lo angosciava al punto da indurlo a pensare di rinunciarvi. Nel corso dell’incontro alcuni nodi furono lambiti e altri svelati e alla fine, al punto del nostro congedo, gli dissi che «solo la paura può rendere i capitani coraggiosi». Ci lasciammo così, per incontrarci di nuovo un mese dopo, al ritorno dalla sua particolarissima «avventura» professionale. Era soddisfatto, tutto era andato per il verso giusto: una cosa in particolare mi raccontò, quella frase gli era stata di aiuto nei momenti in cui aveva l’impressione di vacillare, ovvero quando l’angoscia di perdere metaforicamente la «bussola» coincideva con la necessità di utilizzare proprio quello strumento per orientarsi. Sì, quella frase sui «capitani» che concentrava in modo un po’ enigmatico la natura del suo conflitto.

Ecco l’aforisma del congedo, o del capitano se preferite, aveva inciso in senso terapeutico. In letteratura medica è noto che l’utilizzo di un aforisma adatto alla situazione del paziente, se pronunciato nel momento giusto del suo percorso terapeutico, ne accelera il miglioramento. Ma in che modo una manciata di parole possono squarciare un nuovo orizzonte? Di certo il potere dell’aforisma consiste nel concentrare in una composizione brevissima riflessioni, asserzioni, esperienze che rimandano a una conoscenza che spesso travalica la consapevolezza stessa di chi lo formula. Ma attraverso quali sentieri si può produrre un effetto terapeutico? Uno di questi, a ben vedere, è la peculiarità dell’aforisma nel mettere in dialettica gli opposti. L’operazione ha il pregio di creare uno stupore che sospende e disattiva le nostre difese in modo che la verità enigmatica delle parole si installi e inizi il suo lavoro di pulizia psichica.

Nell’esempio sopra – solo la paura rende i capitani coraggiosi – l’opposizione tra coraggio e paura sospende il pregiudizio del coraggio come ideale da perseguire e lo riarticola con la sua vera radice: come è possibile essere coraggiosi se non si ha paura? Ecco come due elementi tra loro apparentemente inconciliabili come la paura e il coraggio non si escludono a vicenda, tutt’altro sono l’una l’arricchimento dell’altra. Una simmetria di opposti che crea una dialettica perturbante e dischiude un orizzonte impensabile, che già appartiene al terapeutico.

CR